domenica 3 febbraio 2008

Back to reality

Ciao a tutti, eccomi alla fine della mia avventura in Australia. Ieri sono tornato a casa e con questo ho salutato il nuovissimo continente (spero sia un arrivederci!).

Con quest'ultimo post voglio postare le ultime foto che ho fatto della vacanza nelle Whitsunday Islands e dei 2 giorni a Byron Bay.

Iniziamo con Whitsunday Islands, è un arcipelago di isole posizionato sulla costa a nord est tra il continente e la barriera corallina. Per raggiungerle è necessario salpare in barca da Airlie Beach, località di porto e di villeggiatura turistica, con una vita notturna veramente intensa!
La mia gita consisteva in 2 giorni di barca a vela, visita delle spiaggie più belle, snorkeling in mezzo alla barriera corallina e diving.

L'arrivo ad Airlie Beach è stato catastrofico, in quelle settimane c'erano tempeste e allagamenti ovunque in quella zona e appena sceso dall'aereo mi sono trovato in mezzo al diluvio universale!
La mattina dopo, sveglia alle 6 e ritrovo al porto alle ore 7 per partire alla volta di Whitehaven Beach. Il tempo per la prima ora era da inferno, ci trovavamo tutti sul deck della barca con le giacche di cerata gialle completamente lavate!
Fortunatamente dopo 1 ora e mezza lasciamo il brutto tempo e arriviamo alla prima spiaggia. Una volta scesi sulla spiaggia ci incamminiamo nel mezzo della foresta e, dopo 20 minuti arriviamo al punto panoramico da dove possiamo ammirare Whitehaven in tutta la sua bellezza!


La sabbia di questa sabbia è costituita da 99,999% silicio e usata dalla NASA per costruire i loro microscopi ed è talmente bianca che il sole, riflettendo, dà quasi fastidio!


Finita l'escursione torniamo sulla barca, l'equipaggio è costituito da 3 membri più me, 14 irlandesi, 1 inglese, 1 americano, 4 austriaci e 2 norvegesi.
La seconda tappa è Dumbell Island, compreso un po' di sailing nel mezzo dell'oceano, bellissimo!
Una volta a Dumbell, abbiamo fatto snorkeling in mezzo alla barriera corallina e a pesci coloratissimi e divertentissimi, stupendo!



Verso sera ci ancoriamo a Luncheon Bay per una serata a base di karaoke e divertimento, poi tutti a nanna!
Eccoci, dopo una notte in mezzo all'oceano, pronti per fare ancora snorkeling nell'isola Blue Pearl, dove la spiaggia è formata da coralli!Stupendo!


L'ultima vacanza che mi rimane da descrivere è Byron Bay, località a sud di Brisbane famosa per il faro e per essere il punto continentale più a est dell'Australia.
Arrivo a Byron verso le 11 di mattina e ad aspettarmi c'è Giuseppe, un ragazzo di Genova che ho incontrato a Brisbane, mi porta all'ostello per un buon pranzo prima di andare a surfare a Main Beach!
Una volta mangiato, andiamo con il suo furgoncino in spiaggia, togliamo la tavola e andiamo a fare surf, che FATICACCIA!

Finita la mia lezione di surf tenuta da Giuseppe, decidiamo di andare al faro, il panorama e bellissimo, purtroppo non sono riuscito a vedere i delfini!
La sera si va a dormire, ma questa volta dormirò nel van di Giuseppe, come un vero surfer!
Ultimo giorno a Byron, il tempo non è stupendo come il giorno prima ma si và a surfare lo stesso a Broken Head e poi via sul pullman destinazione Brisbane.

Questa purtroppo è l'ultima vacanza e l'ultimo post di questo blog, il viaggio in aereo è stato perfetto, i due voli sono arrivati entrambi in anticipo, ora devo smaltire il jetlag!

UN GRANDISSIMO GRAZIE A TUTTE LE PERSONE CHE MI HANNO SEGUITO NELLA MIA AVVENTURA LEGGENDO E SCRIVENDO SU QUESTO BLOG

Il mio augurio che possiate fare un viaggio fantastico come questo!



Ciao, Alessandro

Day 5 - Sydney

Ultima mattinata ad Alice Springs, sveglia alle 9 e check-in alle 12 in aeroporto, destinazione Sydney!
Dopo 2 ore e mezza di volo atterriamo nella capitale dello stato del New Soth Wales dove ci aspetta la nostra amica che si è aggiunta nel nostro viaggio. Il bus navetta ci porta all'ostello, situato a circa 20 minuti dal centro della città.
Durante il check-in abbiamo un colpo di fortuna perchè le stanze da 5 persone sono tutte complete e quindi veniamo messi in una stanza da 2 come in albergo!

Dopo aver visto Uluru e il deserto mi trovo nella città più grande d'Australia, i grattacieli si sprecano come il susseguirsi di piccole baie, il cambiamento è radicale ma il fatto di essere in vaggio non me lo fa sentire così tanto.

Come prima cosa, dopo aver sistemato i bagagli ci involiamo verso il porto per vedere l'harbour Bridge e l'Opera House.
Entrambi i monumenti sono veramente belli, il ponte è stato costruito con un lavoro immenso per l'epoca ed è maestoso con le colonne agli estremi e l'arcata in ferro. Abbiamo deciso di non fare la famosa scalata del ponte perchè è veramente troppo oneroso, siamo invece saliti sul primo pilone per vedere il panorama di Sydney compresa l'Opera House.


Quante volte ho visto in televisione e sulle foto l'Opera House, simbolo architettonico dell'Australia, questa costruzione è unica nel suo stile ed è veramente stupenda, posizionata su una piccola penisola che divide il porto di Sydney da un'altra piccola baia.


Dopo aver visitato le due attrazioni più belle di Sydney, prendiamo la monorotaia e facciamo un giro panoramico della città, scoprendo il Darling Harbour, un porto molto bello non distante dal centro.
Un'altra attrazione di Sydney è Hide Park che costeggia la cattedrale vestita di nuovo per la Giornata Mondiale della Gioventù.
Sulla costa a nord di Sydney ci sono molte spiaggie bellissime, noi abbiamo visitato Manly Beach, per arrivarci abbiamo preso il traghetto dal porto, il viaggio è di circa 20 minuti.
Il porto di Manly è rivolto sul canale di Sydney, mentre la spiaggia principale è sull'oceano, si deve quindi attraversare un corso (ottimo per lo shopping) di circa 800 metri.
La spiaggia è una grande baia con onde non troppo alte e adatte per i surfisti principianti.

Sempre parlando di spiagge, sulla costa a sud di Sydney si trova la spiaggia più famosa di Australia, ovvero Bondi Beach (si pronuncia Bondai) dove durante le olimpiadi si sono disputate le gare di beach volley. Il panorama è stupendo, la spiaggia è molto grande, il mare limpidissimo e le onde sono perfette per i surfisti! Bondi è l'ultima spiaggia prima della città, ma scendendo verso sud, lungo la strada panoramica si possono vedere 3 calette scavate nella costa.


Durante il penultimo giorno a Sydney abbiamo deciso di noleggiare un'automobile per visitare le Blue Mountains, situate a circa 150 km dalla città. Questo parco nazionale è famoso per i tre picchi (le tre sorelle), per il verde che circonda tutto, dalla valle alla montagna più alta e per lo spettacolo mozzafiato che si gode una volta arrivati nei vari punti panoramici!

venerdì 25 gennaio 2008

Day 4 - Kings Canyon e Uluru

Eccoci al quarto giorno e al secondo giorno nel mezzo del deserto, nel Central Australia.
Oggi sveglia alle ore 4.00 di mattina per iniziare il nostro meraviglioso tour nell'outback.
La notte nell'ostello non è stata delle migliori perchè l'aria condizionata funzionava a singhiozzo, mischiandosi con l'odore di repellente per insetti! Tornando alla mattina, ci attende un minibus da 24 posti, ma siamo solo in otto temerari ad affrontare il caldo del deserto: due donne olandesi, noi e due coppie rispettivamente polacchi e inglesi; questo significava tre posti per ognuno sul bus e la possibilità di sdraiarsi completamente e dormire alla grande!

La prima cosa da fare quando si va nel deserto è quella di avere con sè un litro d'acqua per ogni ora che si sta nell'outback, la disidratazione è il maggior pericolo!

Durante la mattinata, visto che il viaggio è molto lungo, ci siamo fermati tre o quattro volte per comprare acqua e fare colazione, ma soprattutto per spezzare il tempo sul minibus!

Il deserto australiano non ha nulla di simile rispetto alla nostra concezione di deserto, infatti è un insieme infinito di cespugli e piccole piante verdi, che spuntano dal terreno di color rossastro tendente al marrone, il colore del terreno varia a seconda della luce del sole!

Eccoci finalmente alla prima tappa del tour: Kings Canyon. Watarrka, questo è il nome in aborigeno, ed è il nome dell'omonimo parco nazionale sito intorno al canyon.
Il sentiero da percorrere è di corca 3 chilometri, alla scoperta della stupenda natura dell'outback. La prima camminata riguarda il perimetro del canyon, per poi passare alla scalata dello stesso.
Il paesaggio è incredibile, sembra di essere all'interno di una foresta pluviale circondata da giganteste rocce rosse a sovrastare l'orizzonte.
Questo canyon, diversamente dal Gran Canyon è di formazione diversa, in questo caso non si ha solo erosione delle rocce, ma le rocce stesse, dopo essere state erose e aver formato un arco sottostante ad esse, crollano, creando una piccola valle tra di loro.
Proseguendo lungo il percorso, la guida ci illustra i tipi di vegetazione all'interno del canyon.
Finita la camminata ci attende la scalata, la situazione era di 42° ai piedi del canyon e di 54° in "vetta".

Quattro di noi decidono di scalare il canyon (me compreso), gli altri tornano nel minibus attratti dall'aria condizionata; il percorso è ripido ma breve, sono solo 20 minuti. Durante la scalata, vista la temperatura, la sensazione è di faticare tre volte tanto, ma una volta in cima si può godere un panorama incredibile: tutto intorno a me è una distesa infinita di rosso con macchie verde, totalmente piatto fino all'orizzonte!


Una volta terminata la visita del Kings Canyon si riparte, destinazione Uluru; come al solito, prima di arrivare alla meta, ci fermiamo per un pranzo veloce e una nuotata rinfrescante in piscina nel resort vicino a Watarrka.
Tornati sul minibus, dopo circa due ore di viaggio e nel mezzo del sonno, sentiamo un rumore provenire dal motore, seguito da una nuvola bianca...Addio aria condizionata!!!

Ecco finalmente comparire all'orizzonte una formazione rocciosa simile ad Uluru, ma con stupore di tutto l'equipaggio, la guida ci dice che non è Ayers Rock (il nome inglese di Uluru), ma si tratta di Mount Connor o la montagna dimenticata! Questo ranges si trova a due ore da Ayers Rock ed è una montagna con formazione stratificata, ogni strato roccioso rappresenta 100 anni (se non ricordo male...).



Passato, e non dimenticato, Mount Connor, arriviamo ad Uluru giusto in tempo per vedere il tramonto. Il posto dove trascorreremo la notte è un camping poco distante dalla roccia rossa; una volta sistemati i bagagli nelle tende ci incamminiamo verso il punto panoramico.
Lo spettacolo è di quelli visti e rivisti in cartolina, sui libri e in televisione, ma questa volta mi trovo lì e senza parole! Durante il tramonto Uluru cambia continuamente colore, passa dal rosso intenso che siamo abituati a vedere, al grigio, il tutto in pochissimo tempo!


Si torna all'accampamento e in cucina, a farci compagnia, c'è uno dei ragni più pericolosi del mondo: il Red Spider! Dopo cena, siamo pronti ad andare a letto, la mia scelta è chiaramente di dormire all'aperto e, spente le luci, nessuna scelta fu più azzeccata: il cielo era un'insieme di milioni di stelle, visibili a occhio nudo e luccicanti, compresa la via lattea e le nubi di Magellano, icredibile!

Eccoci alla mattina di Uluru: ore 4 sveglia, piccola osservazione del cielo e della mia costellazione preferita: la Croce del Sud; poi via verso Ayers Rock per vedere l'alba!
Dopo mezz'ora di viaggio e check-in nell'Uluru Kata Tjuta National Park, scendiamo dal pullman e ci presentiamo alla "Roccia"! Tutto attorno ad Uluru si respira un'aria strana, quasi di sacralità, l'imponenza di questa roccia, tutti i suoi colori durante e dopo l'alba e le sue mille facce, di metro in metro!


In alcune parti lungo il percorso non è possibile scattare fotografie perchè sono siti sacri per gli Aborigeni, per lo stesso motivo non sarebbe possibile scalare Uluru, ma è comunque consentito e molti visitatori lo fanno. Sulle pareti della roccia vi sono anche disegni aborigeni, situati vicino ad un piccolo stagno ai piedi di un angolo della roccia.


Descrivere ogni singola parte di Ayers Rock sarebbe troppo lungo, semplicemente si può dire che si intervallano superfici liscie, levigate dal vento e anfratti simili a caverne!Fantastico!

L'ultima tappa del tour è Kata Tjuta o The Olgas, sono tre differenti rocce, di formazione diversa rispetto ad Uluru, infatti non sono monoliti.


Tra una roccia e l'altra c'è una piccola valle, le due pareti danno una visione lunare, diventando visione di Marte quando le pareti assumono il color rosso!


Nella valle scorre un piccolo fiumiciattolo, la vegetazione è verde e rigogliosa, le piante del deserto non hanno infatti bisogno di molta acqua per sopravvivere, ma solo dello stretto necessario.



Continua ...Sydney

domenica 20 gennaio 2008

Arrivederci a Mercoledì

Buona domenica a tutti, il racconto del mio viaggio proseguirà Mercoledì, in fatti sto preparando i bagagli per una tre giorni sulla barriera corallina in barca a vela.
Dalle previsioni sarà una vacanza molto bagnata!

Ciao a tutti!

mercoledì 16 gennaio 2008

Day 3 - Alice Springs

Anche per oggi sveglia alle 6 di mattina per prendere il volo delle 8.45, destinazione Alice Springs, Northern Territory, Central Australia, ovvero nel mezzo del nulla!
Il volo Qantas e' stato perfetto, con colazione e film annessi. Dopo 2 ore eccoci all'aeroporto di Alice, ribattezzato da me e dal mio amico spagnolo> "Heatrow", per via delle sue dimensioni (e' circa 1/4 di Orio al Serio!).
Fuori dall-aeroporto ci aspetta un piccolo minibus con il logo del nostro ostello.
La temperatura e' di 40 gradi, l'aria e' serra< e' come essete in una sauna, ottimo per la mia sinusite!
Una volta saliti sul pullman, l'autista (un ragazzo pazzo) inizia a spiegarci la zona e le sue attrazioni piu' importanti, tutte rigorosamente naturali!
L'ingresso di Alice Springs e' una sorta di passaggio naturale tra due ranges (formazioni rocciose simili a colline ma senza vegetazione).
Nella foto si puo' vedere chiaramente dove finisce il ranges occidentale e dove inizia quello orientale.



Una volta fatto il check-in all'ostello e sistemate le valigie nenella stanza da 10 letti (con aria condizionata), ci siamo recati nel centro citta'. Alice Springs è incredibile, probabilmente questa è la capitale di quella che dovrebbe essere la "vera" Australia e capitale dell'outback (ovvero del deserto australiano e della "vita selvaggia"). Da un lato della strada c'e' il fiume Todd, in secca, e sulla sinistra vi sono negozietti e case rigorosamente in legno. Vi sono inoltre molti parchi (e alcohol free area) dove bivaccano gli aborigeni, che generalmente dormono sul letto del fiume o in centri di ospitalità. Infatti questo popolo ottiene settimanalmente una cospiqua convenzione in termini di Dollari che permette loro di sopravvivere.
Alla pari di questa terra, gli aborigeni sono la civiltà più antica del mondo; vi sarebbero molte altre cose da scrivere riguardo gli aborigeni ma sono solo all'inizio nello studio, se riuscirò posterò qualcosa più avanti, insieme agli indigeni di Torres Strait.
Ritornando ad Alice Springs, una volta in città abbiamo percorso il "walking tour" della Lonely Planet, abbiamo comprato, pane, prosciutto, melone e mango per la nostra cena!

Continua ...Uluru

lunedì 14 gennaio 2008

Day 2 - Great Ocean Road

Nuovo giorno, nuova levataccia, questa volta ci attende un pullmino da 24 posti giusto fuori all'ostello alle 7.30 di mattina, destinazione Great Ocean Road, lungo la costa occidentale di Melbourne.
Il sito ufficiale del tour lo potete trovare al seguente link: Great Ocean Road Tour

Questa lunghissima strada si enstende per 300 chilometri di costa, da Melbourne a Port Campbell, curva dopo curva, spiaggia dopo spiaggia, il tutto mai uguale, con paesaggi stupendi, tali da lasciare senza parole e, in alcuni casi, senza fiato!

Tornando alla gita, una volta usciti da Melbourne, siamo passati attraverso la seconda città piu' grande dello stato del Victoria: Geelong, una cittadina tranquilla a 10 km dal mare.

Superata Geelong, si entra nella strada B100, ovvero la Great Ocean Road. Il primo paese e' Torquay, la capitale del surf nello stato del Victoria, in questa città si possono trovare outlet e negozi con le marche più prestigiose, qui sono nate Quicksilver e Rip Curl, famosissimi brand australiani!Continuando per questa bellissima strada si arriva a Bells Beach, 7 chilometri a ovest
di Torquay, questa spiaggia è leggendaria perchè ogni anno c'è una tappa dei campionati mondiali di surf durante il periodo pasquale. La spiaggia è una piccola baia e la si può visitare percorrendo il dirupo che divide il mare dalla città, un vero e proprio percorso di montagna!
Il tempo in questa tappa non è stato dei migliori, ho dovuto indossare la felpa perchè il vento era abbastanza forte e freddo, ma un buon tè caldo ci ha tirato su il morale; in mezzo a questo freddo, nell'oceano c'era un surfista professionista che si stava allenando!Pazzo!

Tutti pronti, si torna sul pullman, la guida era una sorta di mix tra Schumacher e Casey Stoner, il mio amico spagnolo era abbastanza preoccupato dalla velocità e dai continui tornanti, veramente divertente.
Eccoci alla tappa successiva: "The White Queen", ovvero The Split Point Lighthouse, è un faro costruito nel 1891, originariamente chiamato nido d'aquila, è di colore bianco con tetto rosso e si affaccia su Eagle Rock. Il faro è totalmente circondato da cespugli verdi e rigogliosi, a dirupo sull'oceano, si può inoltre vedere una roccia (Eagle Rock) solitaria, come un faraglione, a pochi metri dal faro. Posto il link della località: The Split Point Lighthouse. Il percorso intorno al faro è di poche centinaia di metri, tutto immerso nei cespugli, veramente bello!



Dopo questa pausa di una ventina di minuti, si torna ancora sul bus da gara, direzione arco della Great Ocean Road! L'arco è il segno di riconoscimento di questa strada e un pmaggio a coloro che l'hanno costruita e ai caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Riferimento: www.greatoceanrd.com.au.

Dopo lo stop, via ancora in bus, attraverso tornanti e rettilinei, sempre accompagnati dall'oceano e bellissime spiagge sulla sinistra e ampia vegetazione sulla destra. Si và sempre più veloce...

Eccoci, all'ora di pranzo, arrivati a Apollo Bay, originariamente questo paesino non era altro che un centro di pescatori, ma oggi è diventato un immenso camping! Passeggiando per Apollo Bay si possono vedere i koala dormire sugli alberi (strano...) e fotografarli, ma è illegale toccarli, come in tutti gli altri stati d'Australia escluso il Queensland.

Finito di mangiare si ritorna sul nostro bus, pronti a gareggiare con gli altri minibus turistici lungo la strada che si affaccia sul canale di Bass (Bass Strait), ovvero lo stretto che divide l'Australia dalla Tazmania (Taz Taz), alcune persone iniziano ad essere nervose verso il pilota, altre iniziano a cambiare il colore della pelle in bianco o verde...Io mi diverto!

Inizia il pomeriggio, e finalmente il sole compare, all'inizio un po' timido e più avanti sempre più forte, l'umore cambia in meglio!Prossimo stop foresta pluviale.

Mait's Rest Rainforest è una foresta pluviale, sembra di essere nel mezzo del Rio delle Amazzoni, soltanto che mi trovo in Australia, in estate, a 5 km dall'oceano! Tutto intorno a me è verde, le piante che ci sono sono da molto basse ad altissime, come non ne avevo mai viste!Il percorso è di un chilometro, forse meno, tra sali e scendi e ponticelli di legno!


Ormai il sole splende sulle nostre teste e sulla ferraglia del minibus, si va in direzione 12 apostoli FINALMENTE quei 12 faraglioni che ho sempre visto in foto diventeranno realtà!
Eccoci percorrere la strada a strapiombo sull'oceano ed ecco finalmente i buoni vecchi apostoli (uno è crollato nel 2004 se non sbaglio), rimango senza parole per almeno 5 minuti e il mio amico spagnolo rimane esterrefatto da questo spettacolo!Che fortuna vederli con la luce del sole e senza nuvole!
Il percorso per i 12 apostoli è un sentiero che porta direttamente a una sorta di penisoletta a strapiombo sull'oceano dove si può vedere sulla destra la maggior parte degli apostoli e sulla sinistra gli altri!Pagando 60 Dollari (36 Euro circa) si può fare un giro in elicottero e sorvolare la zona.
Unica nota negativa sono i milioni di mosche che ti ronzano in giro, nel naso, nelle orecchie e dappertutto, veramente fastidiose!



Ammaliati da queste meraviglie ci rechiamo verso Loch Ard George, una spiaggia ricavata in una piccolissima baia dove l'ingresso è una sorta di piccolo passaggio attraverso due scogliere!L'acqua è limpidissima e attorno, sulle pareti si possono vedere stalattiti e stalagmiti, in particolare nei piccoli anfratti!

Si ritorna sul minibus, direzione Port Campbell, ultima città che visiteremo prima di tornare a Melbourne. Rimane soltanto una cosa da visitare: il London Bridge!
Il London Bridge è una formazione rocciosa, una scogliera con 2 archi, che formava una penisola tra la costa e l'oceano. Nel 1990, in seguito all'erosione marina, la parte peninsulare che collegava la punta alla costa è crollata, lasciando così uno scoglio in mezzo al mare con formazione ad arco, spettacolare!


Questa è la Great Ocean Road, probabilmente 1 giorno non è abbastanza per godersela appieno e probabilmente qualche centinaio di righe può solo dare un assaggio di quello che in realtà è uno spettacolo della natura!

Continua... Alice Springs

domenica 13 gennaio 2008

Day 1 - Melbourne

Eccomi di nuovo a casa dopo questo fantastico viaggio di dieci intensissimi giorni!
Iniziamo dall'inizio: primo Gennaio 2008, probabilmente il barbeque di capodanno non è stato dei migliori e il mio stomaco ne ha risentito alla grande, regalandomi una lunga nottata stile post cena nei paesi esotici...

Dopo aver dormito 2 ore, finalmente ho preso il bus e il treno direzione Brisbane Domestic Airport, circa 20 minuti dal centro città. Il primo volo è stato con Virgin Blue, la compagnia aerea ha il marchio Virgin (quello per intenderci dela casa discografica) di Richard Branson, l'atmosfera nell'aereo è divertente e c'è anche la musica di sottofondo, ho passato bene le mie 2 ore e mezza di volo.

Una volta in Melbourne mi sono accorto che probabilmente il brutto tempo è un affare solo del Queensland, infatti all'arrivo in questa città non c'era una nuvola in cielo...Finalmente!!!

Alcuni cenni storici e impressioni su Melbourne:
questa città viene fondata nel Maggio del 1835 da John Batman che comprò 240.000 ettari di terreno dagli aborigeni in cambio di oggetti di vario genere. Il fiume che attraversa Melbourne si chiama Yarra River. Dopo 5 anni dalla sua fondazione, Melbourne aveva già 10.000 abitanti venuti dall'Europa, che diedero il via ad un periodo di prosperità fino alla depressione di fine '800. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Melbourne si popolò di abitanti provenienti da tutto il mondo, con conseguente sviluppo economico ed edilizio.
Melbourne è sviluppata da est a ovest lungo la baia chiamata Port Phillip, omonimo nome per Phillip Island (MotoGP), il centro della città si trova a nord della baia, oltre il fiume Yarra. Il circuito di Formula 1 si trova in Albert Park, precisamente è Albert Park, a sud est della città.


Il mio tour è iniziato in Swanston Street, una delle vie principali di Melbourne, che come quasi tutte le città australiane è a pianta rettangolare. Dopo aver attraversato Queens Bridge e visitato Southbank, ovvero la parte sud della città, dopo il fiume, ho fotografato l'eurekaskydeck. E' stato molto interessante percorrere il successivo ponte, The Travellers, è un ponte pedonale con paratie in vetro con scritto, su ognuno, la nazione e il numero di immigrati in Australia, veramente interessante!



Attraversato il ponte, ho preso il City Tram, un tram gratuito che percorre l'anello esterno del centro città. Ho potuto così vedere Federation Square, con i suoi palazzi veramente particolari. Di fronte alla piazza si trova la cattedrale di St Paul, un altro edificio interessante è il Forum Theatre, non male.



Percorso il lungofiume, girando a sinistra, si trova il Parlamento dello stato di Victoria. Girando a sinistra (Lt Burke Street) si passa attraverso la porta che fa da ingresso a Chinatown, dove si possono vedere i famosi "carrelli della discordia" che tanto fecero scalpore a Milano.
Al termine della via, svoltando a sinistra si arriva nel Mall, ovvero il centro commerciale di Melbourne.

A differenza di Brisbane, in questa città si respira un'aria più europea, più antica, le strade sono più larghe, con i tram al centro, i palazzi non sono troppo recenti e non si è troppo immersi nella natura, nonostante ci siano tantissimi parchi. Melbourne è inoltre una città molto attenta allo sport, ospita infatti tantissimi importanti eventi sportivi ed è inoltre molto forte l'influenza dell'arte, con spazi appositi per mostre ed esibizioni.

A proposito di immigrazione, ho deciso di visitare Lygoon Street, chiamata anche Italia dagli abitanti del luogo. La strada è veramente lunga e piena di bar e ristoranti, per curiosità ho iniziato a leggere i menu e subito ho intavolato una conversazione con un cameriere di origini italiane ma nato in Australia. Quando parli con uno di loro del Belpaese, puoi vedere i loro occhi brillare; ricordo il proprietario de "La Spaghetteria", tale signor Nunzio, nato in Australia ma con origini siciliane, mi ha anche offerto un caffè e quando ha saputo che ho lavorato come cameriere mi ha anche offerto un lavoro, incredibile!

Al ritorno da Lygoon Street ho dato un'occhiata alle prigioni, in verità un pò piccole, adesso sono usate dalla RMIT, Università di Melbourne come atrio e aule (provate a pensare di andare a lezione al Bassone...).

Continua...Great Ocean Road